Mentre l’Unione Europea si avvicina alla firma dell’accordo di libero scambio tra UE e Mercosur, in Europa scoppiano proteste e i dibattiti interni si fanno sempre più accesi. In particolare torna ad accendersi lo scontro fra il protezionismo dei francesi che vorrebbero bloccare l’accordo, e l’esportismo dei tedeschi che invece spingono per aprire i mercati del sud America. Ma quali sono i veri interessi in gioco? E perché questo accordo sta facendo tanto rumore? Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy
L’Industria Tedesca Preme per l’Accordo fra UE e Mercosur
L’industria tedesca è uno dei principali promotori dell’intesa. Per anni, Brasile e altri paesi del Mercosur sono stati mercati chiave per l’export tedesco, ma negli ultimi tempi la Germania ha perso terreno rispetto alla Cina. Tra il 2012 e il 2022, la Cina ha quasi raddoppiato le sue esportazioni verso il Mercosur, passando da 51 miliardi di dollari a 92 miliardi. Le importazioni dalla regione sono aumentate del 112%, raggiungendo i 100 miliardi di dollari. In confronto, il commercio tra l’UE e Mercosur è rimasto stagnante, con scambi attorno ai 60 miliardi di dollari. Il commercio tedesco, addirittura, è sceso leggermente, segno di una perdita di competitività.
Siegfried Russwurm, presidente della BDI, ha evidenziato questa forte disparità, dichiarando che il commercio del Brasile con la Cina è oggi “quasi dieci volte superiore” a quello con la Germania. Le aziende cinesi stanno inoltre entrando in settori industriali brasiliani dove in passato erano dominanti le imprese tedesche.
Un Negoziare Infinito: 25 Anni di Trattative fra UE e Mercosur
Dal 1999, anno di inizio dei negoziati, l’accordo è stato bloccato e ripreso più volte, arrivando solo nel 2019 a un’intesa di principio. Tuttavia, il percorso è ancora pieno di ostacoli. Francia, Irlanda e Austria temono gravi danni per la loro agricoltura, poiché l’accordo prevede l’apertura del mercato agricolo europeo ai prodotti del Mercosur in cambio dell’accesso ai mercati industriali sudamericani per i prodotti UE.
Questi paesi chiedono garanzie scritte sul rispetto delle norme ambientali, che però i paesi del Mercosur non intendono sottoscrivere unilateralmente. Il tempo stringe per la Germania, che vede calare le sue esportazioni verso la Cina e teme un’ulteriore perdita di competitività negli Stati Uniti, soprattutto sotto una possibile amministrazione Trump.
Il Malcontento Francese e le Proteste Crescenti contro l’accordo fra UE e Mercosur
In Francia, il dissenso contro l’accordo è crescente. Il governo francese si oppone fermamente e ha bloccato in passato il trattato con il suo veto. Tuttavia, Bruxelles sta cercando di aggirare l’ostacolo, rimuovendo disposizioni politiche e sugli investimenti e puntando a far approvare l’accordo con una maggioranza qualificata di almeno 15 stati che rappresentano il 65% della popolazione UE. Parigi potrebbe perdere la sua capacità di bloccare l’accordo, nonostante il sostegno di Irlanda, Austria e forse Polonia e Paesi Bassi.
La situazione politica interna francese, con un governo di minoranza, indebolisce ulteriormente la posizione di Macron. Funzionari francesi ammettono privatamente che è improbabile riuscire a fermare l’accordo, anche se pubblicamente continuano a opporsi, soprattutto per placare l’opinione pubblica e i manifestanti.
Le Proteste si Intensificano: Mobilitazione di Agricoltori e ONG
Il malcontento si riflette nelle strade. Martedì, 38 ONG francesi hanno chiesto al presidente Macron e al primo ministro Michel Barnier di impedire l’accordo. Lo stesso giorno, 622 parlamentari francesi hanno firmato una lettera pubblicata su Le Monde contro l’intesa. Gli agricoltori francesi hanno iniziato a manifestare a Aurillac, e i sindacati FNSEA e Jeunes Agriculteurs hanno annunciato una serie di proteste nazionali che potrebbero durare fino a metà dicembre. Anche in Belgio si sono verificate le prime manifestazioni di agricoltori.
La Minaccia della Dipendenza dalla Cina
Nel frattempo, la Cina continua a consolidare la sua presenza economica nel Mercosur. Sebbene il Brasile non abbia aderito alla Nuova Via della Seta, rimane un partner strategico di Pechino. Celso Amorim, consigliere di Lula, ha spiegato che il Brasile non vuole legarsi troppo strettamente a un singolo paese, sottolineando la necessità di diversificare le sue partnership. Lula spinge per l’accordo di libero scambio con l’UE, proprio per evitare un’eccessiva dipendenza dalla Cina.
Argentina: Ritorno ai Rapporti con la Cina
In Argentina, la situazione è altrettanto complessa. Il presidente ultraconservatore Javier Milei aveva inizialmente dichiarato di voler limitare i rapporti con la Cina, ma ha dovuto fare marcia indietro. La Cina è il secondo maggiore partner commerciale e uno dei principali investitori in Argentina. Nonostante le sue iniziali reticenze, Milei ha recentemente riconosciuto che la Cina è “un partner commerciale molto interessante”, apprezzando il fatto che “non chiedono nulla, vogliono solo non essere disturbati”.
Milei ha ora pianificato una visita in Cina a gennaio, per partecipare al vertice con la CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici), segnale che i rapporti economici con Pechino stanno tornando a migliorare.
Conclusioni: La partita del libero scambio tra UE e Mercosur è tutt’altro che conclusa. Da una parte, le pressioni dell’industria europea per aprire nuovi mercati e compensare le perdite in Cina e USA; dall’altra, le forti resistenze interne in paesi come la Francia, preoccupati per la loro agricoltura e per l’impatto ambientale. Le prossime settimane saranno decisive: riusciranno Bruxelles e i paesi del Mercosur a superare questi ostacoli e a firmare un accordo che cambi il panorama commerciale globale?