La storia del gasdotto Nord Stream 2 sembra una sceneggiatura da film di spionaggio: investimenti miliardari, sanzioni, esplosioni misteriose e giochi di potere tra superpotenze. Ma ora, tra speculazioni e manovre segrete, una domanda sta infiammando il dibattito: la riapertura della pipeline Nord Stream è vicina? Ne scrivono le Nachdenkseiten.de

Fino a pochi mesi fa, sembrava una questione chiusa. Berlino aveva archiviato il progetto, Washington aveva messo il veto definitivo, e Mosca aveva altre priorità. Eppure, ora circolano notizie sorprendenti: investitori americani potrebbero comprare Nord Stream 2 e rimetterlo in funzione. Una svolta clamorosa che cambierebbe di nuovo le carte in tavola.
Ma è davvero realistico pensare a una riapertura? Chi ci guadagnerebbe e chi ne uscirebbe sconfitto? E soprattutto, cosa significa tutto questo per la Germania e per l’Europa? Proviamo a mettere insieme i pezzi del puzzle.

Un gasdotto maledetto: perché Nord Stream 2 è stato bloccato?
Nord Stream 2 è sempre stato un progetto controverso. Nato per raddoppiare la capacità di trasporto del gas dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico, è stato visto da molti come uno strumento geopolitico di Mosca per rafforzare la sua influenza sull’Europa. Gli Stati Uniti, da tempo contrari alla pipeline, hanno imposto sanzioni pesantissime, rendendo di fatto impossibile la certificazione e l’attivazione del gasdotto.
Poi, nel febbraio 2022, due giorni prima dell’invasione russa dell’Ucraina, la Germania ha ufficialmente bloccato il processo di approvazione. Un colpo mortale al progetto, già zavorrato dalle pressioni internazionali.
Ma non è finita qui. Nel settembre dello stesso anno, una serie di esplosioni sottomarine ha danneggiato tre dei quattro tubi delle due pipeline Nord Stream (1 e 2), lasciando solo uno dei due condotti di Nord Stream 2 ancora tecnicamente funzionante. Chi ha sabotato il gasdotto? Ancora oggi non c’è una risposta definitiva, e le ipotesi spaziano da operazioni segrete di governi occidentali a una mossa della stessa Russia per creare caos nel mercato energetico.

Chi vuole oggi la riapertura di Nord Stream 2?
Se la Germania e l’Unione Europea sembrano aver voltato pagina, gli interessi intorno alla pipeline non sono svaniti. E qui entra in gioco un colpo di scena inaspettato: gli americani potrebbero entrare nel business.
Secondo un’inchiesta della Financial Times, alcuni investitori statunitensi starebbero valutando di comprare Nord Stream 2 per poi rimetterlo in funzione. Tra i nomi spicca quello di Stephen P. Lynch, miliardario americano già coinvolto in operazioni energetiche internazionali. E ancora più sorprendente: Matthias Warnig, ex agente della Stasi, amico di Putin e già amministratore delegato di Nord Stream 2, avrebbe contattato la nuova amministrazione americana per proporre un accordo.
Se questo fosse vero, si tratterebbe di una clamorosa inversione di rotta. Gli Stati Uniti, che per anni hanno fatto di tutto per bloccare la pipeline, ora potrebbero paradossalmente gestire loro stessi il gas russo destinato all’Europa.

Cosa cambierebbe per la Germania e per l’Europa?
Se Nord Stream 2 venisse riaperto sotto una nuova gestione americana, gli effetti sarebbero enormi.
1. La Germania tornerebbe a dipendere dal gas russo… ma tramite gli USA.
Per Berlino sarebbe una mossa paradossale: dopo aver fatto di tutto per sganciarsi dall’energia russa, si ritroverebbe a comprare lo stesso gas, ma venduto da intermediari americani. Un gioco di prestigio che non cambierebbe molto sul piano economico, ma che renderebbe la Germania ancora più dipendente dagli Stati Uniti.
2. Il prezzo del gas potrebbe scendere… o forse no.
Se Nord Stream 2 tornasse operativo, si riverserebbero sul mercato europeo enormi quantità di gas russo, riducendo la pressione sui prezzi. Ma attenzione: se a gestire tutto fossero investitori americani, potrebbero applicare un sovrapprezzo, facendo pagare l’Europa più di quanto costerebbe comprare direttamente dalla Russia.
3. La politica europea si spaccherebbe ancora di più.
L’UE è divisa sul tema energia. Paesi come la Francia e la Germania potrebbero vedere di buon occhio la riapertura del gasdotto per abbassare i costi, mentre nazioni più ostili a Mosca, come la Polonia e i Baltici, potrebbero opporre una resistenza feroce.

Cosa può succedere ora? Gli scenari possibili
A questo punto, tutto dipende dalle prossime mosse dei governi coinvolti e dagli sviluppi economici e geopolitici. Ecco tre scenari realistici:
👉 Scenario 1: Nord Stream 2 resta chiuso per sempre
Berlino non cede, Bruxelles mantiene la linea dura e gli USA, per quanto tentati dal business, evitano di entrare in un affare così delicato. In questo caso, il gas russo continuerebbe ad arrivare solo tramite altri canali (come Turchia e Cina), mentre l’Europa proseguirebbe sulla strada delle rinnovabili e del gas liquefatto americano.
👉 Scenario 2: Gli USA prendono il controllo di Nord Stream 2
Se gli investitori americani riuscissero davvero a comprare la pipeline e a rimetterla in funzione, l’Europa tornerebbe a usare il gas russo… ma gestito da Washington. Questo scenario sarebbe un colpo di genio per gli USA, che guadagnerebbero miliardi senza violare le sanzioni, mentre la Russia potrebbe vendere senza problemi.
👉 Scenario 3: La Germania prende in mano il gasdotto
Un’opzione più improbabile ma non impossibile: Berlino, invece di lasciare Nord Stream 2 agli americani, potrebbe cercare di rientrare nell’affare. Questo richiederebbe un enorme compromesso politico con l’UE e gli Stati Uniti, ma potrebbe garantire alla Germania un maggiore controllo sui suoi approvvigionamenti energetici.

Riapertura Nord Stream: la partita è ancora aperta
Chi pensava che Nord Stream 2 fosse un capitolo chiuso, si sbagliava di grosso. Gli interessi economici e geopolitici sono troppo grandi perché la pipeline finisca dimenticata sul fondo del Mar Baltico.
La Germania e l’Europa si trovano ora davanti a una scelta difficile: mantenere la linea dura contro Mosca e continuare a pagare prezzi elevati per il gas, oppure accettare un compromesso (anche con gli USA) per riaprire i rubinetti della pipeline.
La prossima mossa spetta alla politica. Ma una cosa è certa: la storia di Nord Stream 2 è tutt’altro che finita.