Il Ministro Lindner in una recente intervista ha proposto di ridurre i sussidi ai rifugiati ucraini che attualmente percepiscono il Buergergeld e quindi un’indennità piu’ alta rispetto a tutti gli altri rifugiati. Maurice Hoefgen risponde al Ministro Lindner.
Lei ha annunciato l'”Autunno delle decisioni”, signor Lindner. Ma le Sue proposte suonano più come l'”Autunno della meschinità”.
Ancora una volta vuole risparmiare miliardi sul sussidio di cittadinanza (Bürgergeld) e ancora una volta devono farne le spese gli ucraini fuggiti dalle bombe di Putin. La proposta? Invece di 563 euro di sussidio di cittadinanza, solo 460 euro come sussidio per richiedenti asilo, con molti benefici erogati solo come prestazioni in natura e attraverso una carta di pagamento umiliante. A proposito, come la mettiamo con la libertà?
La realtà giuridica che Lindner ignora
Gli ucraini non sono affatto richiedenti asilo, bensì beneficiari di protezione sussidiaria. Proprio come molti siriani fuggiti dalla guerra civile. E i beneficiari di protezione ricevono:
- Il sussidio di cittadinanza
- Assistenza dal centro per l’impiego
- Un corso di integrazione
- Un permesso di lavoro
Questa è la situazione giuridica attuale. La Corte Costituzionale non permetterebbe mai di escludere solo gli ucraini da questo, discriminando le prestazioni in base al paese d’origine.
Un autogol politico ed economico
Lindner si lamenta che troppo pochi ucraini trovano lavoro. Eppure:
- La sua politica di austerità sta soffocando l’economia
- Si stanno tagliando posti di lavoro
- I fondi per i corsi di integrazione verranno dimezzati il prossimo anno
Senza lo status di protezione, gli ucraini perderebbero anche il diritto all’assistenza del centro per l’impiego. Come potrebbero trovare lavoro più facilmente?
La verità sulla “scorciatoia burocratica”
È vero, gli ucraini hanno ricevuto lo status in modo generale, senza procedura d’asilo individuale. Ma perché? Semplice: gli uffici per gli stranieri sarebbero stati completamente paralizzati da un milione di procedure individuali. Già oggi le procedure d’asilo durano in media otto mesi. La scorciatoia non è stata un atto di generosità, ma una necessità pratica per evitare il collasso del sistema.
La proposta assurda
Ora Lindner chiede un nuovo status giuridico per i rifugiati ucraini: poco denaro come i richiedenti asilo, ma accesso ai centri per l’impiego e al mercato del lavoro – e niente nuove procedure d’asilo. In altre parole: vuole piegare la legge come gomma da masticare per risparmiare qualche euro nel bilancio a spese dei più poveri.
La vera priorità
Ciò di cui la Germania avrebbe davvero bisogno sarebbe un nuovo status giuridico per gli investimenti pubblici nelle infrastrutture, non per tagliare il minimo vitale dei rifugiati!