L’annuncio di Donald Trump di voler chiudere in fretta la questione della guerra in Ucraina ha mandato nel panico i capi dell’UE. Ora che c’è il rischio che gli USA cambino rotta, sembra che l’Europa abbia deciso di rilanciare i suoi piani di guerra. Ma cosa bolle in pentola esattamente? Ne scrive l’ottimo Lost in Europe
La riorganizzazione del bilancio UE: fondi per armamenti
Il primo passo verso questa nuova direzione è stato un “leak” al Financial Times, che ha rivelato i piani della Commissione Europea di destinare decine di miliardi dal bilancio dell’UE – originariamente previsti per la politica regionale e la coesione – alla difesa e agli armamenti.
Anche se questa manovra non può avvenire senza il consenso degli Stati membri dell’UE e probabilmente sarebbe in violazione dei trattati europei (poiché l’UE non può finanziare direttamente la difesa), il fatto stesso che si stia pensando a questa opzione dimostra chiaramente la direzione in cui sta andando l’Europa. La presidente Ursula von der Leyen sembra determinata a perseguire una politica più aggressiva.
Kallas: una “vittoria per l’Ucraina” come priorità assoluta
Il secondo passo riguarda le dichiarazioni della nuova rappresentante esterna designata, Kallas, che ha sottolineato come una “vittoria per l’Ucraina” debba essere la massima priorità per l’Unione Europea. Inoltre, ha espresso la volontà di aumentare la pressione su Pechino, segnalando così una strategia geopolitica sempre più assertiva.
Kallas, nota per il suo forte antagonismo verso la Russia, ha dichiarato apertamente di voler continuare a sostenere l’Ucraina, anche in contrasto con l’orientamento di Trump. Nonostante ciò, ha assicurato di essere già in contatto con il futuro vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, suggerendo una continua attenzione verso gli sviluppi transatlantici.
Metsola e la celebrazione della “coraggiosa Ucraina”
Il terzo sviluppo riguarda la convocazione di una sessione speciale del Parlamento Europeo per commemorare i 1.000 giorni di guerra in Ucraina. Roberta Metsola, presidente del Parlamento, ha annunciato che il 19 novembre si celebrerà questa data, con la partecipazione di Volodymyr Zelensky, che interverrà durante l’incontro. L’evento avrà come focus i “1.000 giorni di coraggio e valore del popolo ucraino”, senza però accennare a possibili soluzioni diplomatiche o a un processo di pace.
L’agenda bellica dell’UE sta prendendo forma
Tutto questo segna l’emergere di una forte agenda bellica all’interno dell’Unione Europea. I cittadini europei non sono stati consultati su questa direzione, e l’UE sta muovendosi senza un chiaro mandato popolare, a differenza di Trump, che invece si sta proponendo come paladino della pace. Ma chi se ne preoccupa?
Biden e la corsa contro il tempo
Nel frattempo, Biden, ormai presidente uscente, ha deciso di scendere in campo. Sta inviando il suo segretario di Stato Antony Blinken a Bruxelles per “colloqui urgenti” sull’aiuto all’Ucraina. Un chiaro segnale di come anche l’amministrazione americana sia preoccupata per l’andamento della situazione e stia cercando di tenere alta l’attenzione internazionale. Un’aria di panico sembra ormai diffusa nei corridoi del potere europeo e statunitense.