Il BSW e il fallimento alle elezioni: cos’è andato storto?

Il movimento Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW) aveva tutte le carte in regola per fare il botto nelle elezioni politiche tedesche. Eppure, ha mancato per un soffio l’ingresso nel Bundestag. Com’è potuto accadere? Dopotutto, la sua fondatrice e leader, Sahra Wagenknecht, gode di grande popolarità ben oltre i confini della sinistra tradizionale. Inoltre, il BSW ha riempito un vuoto nel panorama politico, puntando su temi come la pace in Ucraina, la regolamentazione dell’immigrazione e una politica economica favorevole al ceto medio. Allora, dove ha sbagliato? Ne scrive le Nachdenkseiten.de

bsw sahra wagenknecht

Un inizio promettente, ma con problemi strutturali

Fin dalla sua nascita, l’8 gennaio 2024, il BSW ha avuto un impatto notevole. Il suo posizionamento contro l’escalation del conflitto in Ucraina e la richiesta di soluzioni diplomatiche hanno attratto molti elettori disillusi. Anche la sua linea dura sull’immigrazione ha riscontrato consensi, così come le proposte economiche rivolte al ceto medio e il focus su una revisione critica della gestione della pandemia.

Tuttavia, il partito si è strutturato secondo un modello estremamente gerarchico, con un accesso limitato ai nuovi membri e decisioni concentrate nelle mani di un ristretto gruppo dirigente. Questo ha rallentato la crescita dell’organizzazione e ha impedito la costruzione di una base solida e diffusa sul territorio.

Sahra Wagenknecht

Dalle europee alle elezioni regionali: successi e difficoltà

Il primo banco di prova per il BSW è stata l’elezione al Parlamento Europeo dell’8 giugno 2024. Con soli 650 membri ufficiali e quattro sezioni regionali, il partito ha comunque ottenuto un incredibile 6,2% dei voti, conquistando sei seggi. In confronto, la sinistra tradizionale (Die Linke) si è fermata al 2,7%. Un grande successo, dovuto anche alla scelta di candidare Fabio De Masi, noto per le sue battaglie contro la corruzione finanziaria.

Successivamente, il BSW ha affrontato le elezioni regionali in tre Land dell’Est (Turingia, Sassonia e Brandeburgo). Nonostante le difficoltà organizzative, il partito ha ottenuto risultati sorprendenti: 15,8% in Turingia, 13,5% in Brandeburgo e 11,8% in Sassonia, diventando in tutti e tre i casi la terza forza politica.

I problemi sono emersi con le trattative per formare i governi regionali. In Brandeburgo, l’accordo con la SPD è andato liscio, ma in Sassonia le negoziazioni sono fallite a causa della richiesta del BSW di inserire un impegno per soluzioni diplomatiche nel conflitto ucraino. In Turingia, una crisi interna ha quasi portato alla dissoluzione del partito locale per dissidi sulla linea da seguire nelle alleanze.

Sahra_Wagenknecht

Il crollo alle elezioni federali

Il vero colpo è arrivato con le elezioni anticipate del 23 febbraio 2025. Il BSW si era preparato per le elezioni del 2025, ma la crisi del governo di coalizione ha accelerato i tempi, lasciando il partito spiazzato. Inoltre, nel frattempo l’interesse dell’opinione pubblica è cambiato: mentre alle europee e alle regionali il tema della guerra era centrale, nei mesi successivi l’attenzione si è spostata sull’immigrazione a causa di una serie di gravi crimini commessi da migranti irregolari. Questo ha dato enorme slancio all’AfD, che ha monopolizzato il dibattito e costretto tutti gli altri partiti a rincorrere le sue posizioni.

Il BSW ha provato a cavalcare l’onda adottando una posizione più dura sull’immigrazione, ma senza successo. Gli elettori che volevano misure drastiche hanno preferito votare direttamente per l’AfD. Inoltre, alcune scelte strategiche sbagliate nel Bundestag hanno danneggiato la sua immagine, come il voto confuso su proposte della CDU e dell’AfD riguardanti il controllo dell’immigrazione.

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Una campagna elettorale debole e il ritorno della sinistra classica

Un altro errore è stato il mancato coinvolgimento dei giovani elettori. La sinistra tradizionale, con volti freschi come Heidi Reichinnek, è riuscita a imporsi come il nuovo “cool”, mentre il BSW è apparso come un partito troppo serio e distante dalle nuove generazioni.

A livello organizzativo, la campagna elettorale del BSW è stata debole e mal gestita. La strategia gerarchica che aveva funzionato nelle fasi iniziali si è rivelata un boomerang, creando frizioni interne e ostacolando un’efficace mobilitazione sul territorio. Il risultato? La chiusura del BSW ha favorito la fuga di elettori verso altre forze politiche più dinamiche.

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Quale futuro per il BSW?

Ora il BSW si trova a un bivio. La leadership di Wagenknecht, un tempo l’arma vincente, potrebbe aver perso il suo smalto. La promessa di colmare il vuoto tra la sinistra classica e la destra sovranista non si è concretizzata, e il rischio è che il suo fallimento rafforzi ulteriormente l’AfD.

Il partito ha già dichiarato di voler continuare a lavorare per le elezioni del 2029, ma dovrà affrontare molte sfide: riorganizzare la struttura interna, costruire una base militante più ampia, rivedere la strategia comunicativa e trovare nuovi volti credibili.

Se non riuscirà a rinnovarsi, rischia di restare un esperimento politico affascinante ma effimero. Di certo, la sua scomparsa lascerebbe un vuoto nel Bundestag, soprattutto per chi cerca un’opposizione chiara alla politica bellicista del governo. Ma in politica, come nella vita, non basta avere idee giuste: bisogna anche sapere come comunicarle e trasformarle in azione.

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