Heiner Flassbeck – Gli Stati Uniti crescono con il debito pubblico, mentre gli europei sono in stagnazione a causa dell’austerità

Il vero errore della politica europea è continuare a ignorare l’importanza della domanda interna, affidandosi invece a strategie orientate all’offerta, che finiscono per peggiorare la situazione economica e aggravare i problemi di bilancio” scrive il grande economista tedesco Heiner Flassbeck in una riflessione molto interessante pubblicata questa settimana su Telepolis.de

heiner flassbeck
Heiner-Flassbeck

Negli ultimi anni, Stati Uniti ed Europa hanno intrapreso approcci radicalmente diversi per stimolare l’economia. Washington ha puntato sull’aumento della spesa pubblica, mentre Bruxelles insiste sulla rigida disciplina fiscale e sul rispetto del freno al debito. I numeri mostrano chiaramente chi sta avendo più successo, ed è qui che emerge un paradosso interessante. Di Heiner Flassbeck


Il Paradosso Americano: Meno Stato o Più Stato?

Negli Stati Uniti, dove da decenni si fa affidamento con successo sull’intervento statale per sostenere l’economia, ora i consiglieri miliardari di Donald Trump chiedono una drastica riduzione dell’influenza del governo. I libertari come Elon Musk e Peter Thiel, ispirati dal politico argentino Javier Milei, sostengono che solo una radicale disintossicazione dallo Stato possa rivitalizzare il libero mercato.

Ma Trump è davvero pronto ad accettare questa cura radicale? È difficile dirlo. La sua esperienza al governo ha probabilmente dimostrato quanto gli USA dipendano dagli stimoli statali alimentati dal debito pubblico.

heiner flassbeck

Europa: Inseguire il Mito della Competitività

In Europa, non si è compreso né il ruolo svolto dallo Stato negli USA né quello che dovrebbe svolgere all’interno dell’UE. I politici neoliberisti, come Friedrich Merz e Christian Lindner, vedono nelle proposte dei riformatori americani un pretesto per rafforzare la retorica libertaria, ignorando le lezioni del passato recente.

Negli ultimi due decenni, l’Europa è rimasta indietro rispetto agli Stati Uniti. Dal 2010 al 2023, gli USA hanno registrato una crescita media del reddito nazionale del 2,2% all’anno, mentre l’Unione monetaria europea ha raggiunto appena l’1,2%. Durante lo stesso periodo, il debito pubblico americano è passato dall’85% al 120% del PIL, mentre in Europa è rimasto stabile attorno al 90%.

Questi dati dimostrano chiaramente che l’aumento del debito pubblico negli USA è stato allo stesso tempo inevitabile e cruciale per il loro successo economico.

Rischi per gli Stati Uniti: Il Futuro del Debito

E se i libertari miliardari avessero la meglio? Una seconda amministrazione Trump potrebbe tentare di invertire la politica fiscale, tagliando la spesa e limitando il debito pubblico. Tuttavia, questo segnerebbe la fine della dinamica economica americana, minando la loro supremazia. Più probabilmente, Trump ripeterebbe quanto fatto nel suo primo mandato: abbandonare le idee libertarie e tornare ad aumentare il debito.

Germania ed Europa: Politiche Miope e Conseguenze Devastanti

In Europa, la miopia politica sta portando ad un arretramento economico. Le prossime elezioni in Germania potrebbero vedere la vittoria delle forze conservatrici come Merz e Söder, e se Lindner dovesse tornare a guidare il Ministero delle Finanze, si rischierebbe un disastro per la politica finanziaria.

L’incompetenza economica in Europa è ancora più pericolosa rispetto agli USA, che possono almeno sfruttare il commercio estero come valvola di sfogo. Se una seconda amministrazione Trump riuscisse a ridurre i deficit della bilancia dei pagamenti con dazi o indebolendo il dollaro, il bilancio statale americano ne trarrebbe sollievo, mentre l’Europa, e in particolare la Germania con il suo enorme surplus commerciale, ne uscirebbe devastata.

La Falsa Promessa della Competitività

Ma non solo i conservatori, anche i socialdemocratici tedeschi stanno sbagliando strategia. In un documento recente, si legge:

“Dopo due anni senza crescita economica, la nostra competitività deve migliorare in molti settori.”

Ma qui manca del tutto una discussione sulla domanda interna, la vera chiave per la crescita economica. L’intero discorso sulla “competitività” non è altro che una frase vuota, dato che non esiste una possibilità concreta di vincere una guerra commerciale contro gli Stati Uniti, e il tentativo di migliorare la competitività nei confronti della Cina è destinato al fallimento.

Italia: Una Lezione Inascoltata sulla Domanda Interna

Durante una recente conferenza in Italia, ho cercato di spiegare le relazioni macroeconomiche, ma è stato inutile. L’ex premier Enrico Letta e il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno insistito sull’idea che, con politiche intelligenti a favore delle piccole e medie imprese, si possa stimolare la crescita senza aumentare il debito pubblico.

Ma questo è un mondo alla rovescia. Non si può stimolare l’economia se non si risolve il problema fondamentale della domanda. Anche in Italia, il settore privato risparmia in misura significativa, il che pone il paese sotto una costante pressione recessiva che solo il debito pubblico può alleviare.

Conclusione: La Soluzione Sta nella Domanda, Non nella Competitività

Il problema chiave non è la competitività, ma la domanda interna. Grandi aree economiche come gli USA e l’Unione Europea devono essere in grado di generare internamente la domanda necessaria per raggiungere la piena occupazione. Puntare tutto sul miglioramento della competitività è una strategia miope che non considera il fatto che queste economie sono già una parte significativa del mercato globale.

Il vero errore della politica europea è continuare a ignorare l’importanza della domanda interna, affidandosi invece a strategie orientate all’offerta, che finiscono per peggiorare la situazione economica e aggravare i problemi di bilancio.

Invece di seguire la strada dei tagli alla spesa pubblica, i leader europei farebbero meglio a imparare dagli Stati Uniti: stimolare la domanda attraverso una politica fiscale espansiva è l’unica via per uscire dalla stagnazione economica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *