Per anni, la Germania è stata considerata la locomotiva economica d’Europa, un Paese che con il suo modello industriale export-oriented ha dominato mercati globali. Ma oggi, quel modello economico è in crisi, e per molti esperti, come l’economista Peter Bofinger, la Germania si trova di fronte alla più grande sfida economica del dopoguerra. La TAZ intervista Peter Bofinger
Perché il modello economico tedesco è in crisi?
Secondo Bofinger, il tradizionale successo dell’economia tedesca si è basato su due pilastri fondamentali:
- L’industria automobilistica: da decenni, marchi come Volkswagen, BMW e Mercedes hanno conquistato il mondo.
- L’export di macchinari: grazie alla globalizzazione, molti Paesi in via di sviluppo hanno accelerato la loro industrializzazione acquistando tecnologia e strumenti “Made in Germany”.
Tuttavia, questi pilastri stanno ora vacillando. L’industria tedesca soffre di tre grandi problemi:
- Prezzi dell’energia troppo alti, che rendono le aziende meno competitive.
- La necessità di decarbonizzazione, che richiede investimenti enormi per trasformare i processi produttivi.
- Il ritardo tecnologico, soprattutto nell’automotive: mentre altri Paesi hanno puntato su batterie elettriche e digitalizzazione, le aziende tedesche sono rimaste indietro.
L’ascesa della Cina: una sfida sottovalutata
Un altro elemento che spinge la crisi del modello economico tedesco è la competizione cinese. Bofinger parla di un “secondo shock Cina”:
Dopo essersi affermate con prodotti a basso costo come tessili ed elettronica semplice, le aziende cinesi hanno fatto un salto tecnologico straordinario. Ora competono direttamente con le industrie tedesche nei settori avanzati, come l’automotive e i macchinari industriali.
La Germania ha sottovalutato troppo a lungo la velocità con cui la Cina si è evoluta, e oggi le imprese tedesche ne pagano il prezzo.
Una via d’uscita: trasformare l’industria e guardare al futuro
Non tutto è perduto, ma la soluzione non sarà semplice. Per uscire da questa crisi, Bofinger propone una trasformazione radicale dell’economia tedesca. Le parole chiave per il futuro sono:
- Investimenti nei mercati emergenti come le energie rinnovabili, l’intelligenza artificiale e il settore farmaceutico.
- Superamento della “Mid-Tech Trap”: la Germania è forte nei settori industriali classici ma deve puntare su tecnologie d’avanguardia per competere nei mercati globali.
In questo contesto, lo Stato deve giocare un ruolo più attivo. Per troppo tempo si è creduto che bastasse offrire le giuste condizioni e lasciare che le aziende trovassero la loro strada. Ma oggi serve una politica industriale coraggiosa e proattiva.
Serve un cambio di paradigma: un grande piano di investimenti
Per Bofinger, non bastano piccole soluzioni: serve un programma da mille miliardi di euro nei prossimi dieci anni per modernizzare l’economia. Un investimento di questa portata potrebbe far crescere non solo il debito pubblico ma anche la performance economica complessiva.
Come sottolinea l’economista, con una crescita reale dello 0,5% annuo e un’inflazione al 2%, il rapporto debito/PIL crescerebbe solo dal 63% al 67%, mantenendo la Germania comunque al di sotto dei livelli di Paesi come Francia, Regno Unito o Stati Uniti.
Conclusione: la crisi del modello economico tedesco può diventare un’opportunità
La crisi del modello economico tedesco è reale e profonda. Tuttavia, come in ogni crisi, esiste anche un’opportunità: quella di trasformare l’economia, puntando su tecnologie e mercati del futuro.
Serve coraggio politico, visione e un cambio di paradigma. La Germania può uscire più forte da questa sfida, ma il tempo stringe: le scelte dei prossimi anni determineranno il futuro della sua economia e del suo ruolo in Europa e nel mondo.
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